Coronavirus: danno per l’economia globale
Il nuovo Coronavirus, non costituisce la rappresentazione dell’ira funesta di un’entità astratta e sovrannaturale abbattutasi sul globo terrestre………non viviamo più nel Medioevo (anche se, a quanto pare, qualcuno non ha ancora trovato la sua corretta collocazione spazio-temporale), e quindi, la scienza qualcosa deve aver pure insegnato!!!!!!!!!!!!!! E, difatti, il nuovo Coronavirus (nCoV) è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. In particolare quello denominato SARS-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019. Questo clima di incertezza sta generando panico nella popolazione mondiale, che sta sfociando in manifestazioni di violenza gratuita e di ingiustificata discriminazione nei confronti di alcune etnie. A questo clima di insensata violenza e psicosi collettiva, l’economia globale sta subendo durissimi scossoni che determineranno, a catena e, nel breve termine, situazioni di instabilità dei mercati internazionali, compreso specialmente il nostro traballante sistema economico-produttivo italiano.
INDICE:
MAPPA DI DIFFUSIONE DEL CODIV-19
1. CORONAVIRUS (c.d. COVID-19): RISCHIO BIOLOGICO
1.1. VIRUS E MALATTIA
1.2. SINTOMI DEL CORONAVIRUS
1.3. MODALITA’ DI TRASMISSIONE DEL CORONAVIRUS
1.4. PREVENZIONE E TRATTAMENTO
1.5. COLLABORAZIONE FRA CITTADINI
1.6. VADEMECUM 10 REGOLE DA SEGUIRE
2. CORONAVIRUS (c.d. COVID-19): RISCHIO ECONOMICO SU SCALA GLOBALE
2.1 DANNI ECONOMICI SU SCALA GLOBALE
2.2. RISK MANAGMENT AZIENDALE
2.3. MISURE CONTENITIVE DEL CORONAVIRUS E DANNI ECONOMICI
2.4. CORONAVIRUS: NON TUTTI I DANNI VENGONO PER NUOCERE
2.5. CONCLUSIONI
MAPPA DI DIFFUSIONE DEL COVID-19
1. CORONAVIRUS (c.d. COVID-19):RISCHIO BIOLOGICO
1.1 VIRUS E MALATTIA
I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS).
Sono virus RNA a filamento positivo, con aspetto simile a una corona al microscopio elettronico.
La sottofamiglia Orthocoronavirinae della famiglia Coronaviridae è classificata in quattro generi di coronavirus (CoV): Alpha-, Beta-, Delta– e Gammacoronavirus.
Il genere del betacoronavirus è ulteriormente separato in cinque sottogeneri (tra i quali il Sarbecovirus).
I Coronavirus sono stati identificati a metà degli anni ’60 e sono noti per infettare l’uomo ed alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi).
Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale.
Ad oggi, sette Coronavirus hanno dimostrato di essere in grado di infettare l’uomo:
- Coronavirus umani comuni: HCoV-OC43 e HCoV-HKU1 (Betacoronavirus) e HCoV-229E e HCoV-NL63 (Alphacoronavirus); essi possono causare raffreddori comuni ma anche gravi infezioni del tratto respiratorio inferiore;
- Altri Coronavirus umani (Betacoronavirus): SARS-CoV, MERS-CoV e 2019-nCoV (ora denominato SARS-CoV-2).
La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata).
Lo ha annunciato, l’11 febbraio 2020, nel briefing con la stampa durante una pausa del Forum straordinario dedicato al virus, il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
1.2 SINTOMI
Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie.
RARAMENTE PUO’ ESSERE FATALE
Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache.
1.3. MODALITA’ DI TRASMISSIONE
- la saliva, tossendo e starnutendo;
- contatti diretti personali;
- le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi;
In casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale.
Normalmente le malattie respiratorie non si tramettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti.
Studi sono in corso per comprendere meglio le modalità di trasmissione del virus.
N.B. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache.
1.4. PREVENZIONE E TRATTAMENTO
UTILIZZO APPROPRIATO DELLE MASCHERINE
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di indossare una mascherina SOLO SE SOSPETTI DI AVER CONTRATTO IL NUOVO CORONAVIRUS e PRESENTI SINTOMI QUALI TOSSE O STARNUTI o SE TI PRENDI CURA DI PERSONE CON SOSPETTA INFEZIONE DA NUOVO CORONAVIRUS (viaggio recente in Cina e sintomi respiratori).
L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani.
Non è utile indossare più mascherine sovrapposte.
Per ultimo, e non per importanza, l’utilizzo della mascherina non ha alcuna utilità per coloro che hanno avuto il raffredore nel 2009 (!!!!!!).
La mascherina serve a tenere gli altri al riparo dal contagio delle nostre malattia, non viceversa.
Nonostante le misure di prevenzione consigliate dal Ministero della Salute, per contrastare il Coronavirus, la nostra classe politica non perde tempo nel cadere vittima di giganteschi e abnormi errori di comunicazione e assoluta immaturità nella gestione di situazioni, dove il buon senso dovrebbe regnare sovrano.
Viviamo in una triste realtà, dove le istanze provenienti dal Ministero della Salute, vengono puntalmente disattese dalla stessa compagine politica, da cui provengono tali misure di prevenzione.
Un simile atteggiamento è solo foriero di panico ingiustificato, specialmente se proveniente dai nostri parlamentari, e ancor di più, da coloro che si professano medici.
È chiaramente il festival dell’assurdo, o se vogliamo il festival del controsenso….e come spesso accade, negli ultimi tempi, la sensazione che serpeggia nell’animo degli elettori è quella di essere rappresentati da individui vestiti continuamente in maschera per festeggiare il Carnevale.
1.5. COLLABORAZIONE FRA CITTADINI
1.6. VADEMECUM: 10 REGOLE DA SEGUIRE
2. CORONAVIRUS (c.d. COVID-19): RISCHIO ECONOMICO SU SCALA GLOBALE
Allontaniamo i riflettori dalla situazione attuale, caratterizzata da una sovraesposizione mediatica di informazioni allarmistiche, generatrici di situazioni di ingiustificato terrore e panico.
In questa sede, focalizzeremo il nostro sguardo su altri fattori, che meritano la stessa identica attenzione riservata al pericolo di diffussione del contagio da Coronavirus, ovvero, i DANNI ECONOMICI SU SCALA GLOBALE che il virus sta provocando alla macroeconomia, e conseguentemente, all’economia locale.
Sia chiaro, in questa sezione, non viene in alcun modo sminuito lo stato di allerta relativo alla diffusione del contagio, difatti, è opportuno osservare pedissequamente le indicazioni offerte dal Ministero della Salute applicando un pò di buon senso, che pare tutti abbiano completamento smarrito.
2.1. DANNI ECONOMICI SU SCALA GLOBALE
Dal punto di vista globale, gli effetti del Coronavirus sono sotto la lente di ingrandimento di tutti.
Basti vedere gli effetti dirompenti della crisi sanitaria, che sta piegando l’intero mondo ad un clima di ingiustificato panico e isteria globale, sulle Borse Globali.
Conti alla mano, la settimana che ci stiamo lasciando faticosamente alle spalle, ha rappresentato per le Borse globali la peggiore settimana dai tempi del crack Lehman del 2008, con ingenti perdite per tutti i principali listini.
Restando in ambito europeo, le Borse Europee hanno bruciato 310 miliardi di euro di capitalizzazioni.
A Milano, il FTSE MIB ha lasciato sul terreno il 3,58%. In significativi calo anche Francoforte (-3,86%), Parigi (-3,38%) e Londra (-3,18%).
Il contagio del coronavirus sui mercati finanziari non ha risparmiato neanche le materie prime quali l’oro, abituale rifugio degli investotori durante i periodi di burrasca sui listini, e il petrolio.
Gravi e significative ripercussioni si avranno nel settore dell’import ed export, del turismo, del mercato del lusso e specialmente dei servizi (chiusura temporanea di aziende, negozi, scuole, servizi pubblici per limitare il contagio nelle zone colpite).
2.2. RISK MANAGMENT AZIENDALE
La crisi sanitaria ha dimostrato ineluttabilmente l’esigenza, per le aziende italiane, di aggiornare completamente il loro quadro organizzativo/strutturale per arginare e contenere scenari di emergenza che verosimilmente si presenteranno nuovamente nel prossimo futuro (purtroppo).
Le imprese italiane, quindi, dovranno impegnarsi ad adottare policy di risk managment destinata a tutelare i propri lavorati, in vista di futuri scenari di crisi, quali ed esempio:
- sospendere i viaggi da e per le zone coinvolte dal contagio;
- evitare la partecipazione a fiere di settore;
- intrattenere un dialogo costante con il Ministero della Salute, segnalando all’occorrenza casi di potenziale contagio e adozione di misure contenitive e di quarantena;
Fatta questa premessa analizziamo le misure legali, operative e contrattuali che le imprese italiane dovranno osservare per affrontare questi mesi di emergenza sanitaria, con l’ausilio di un grafico esemplificativo:
Il grafico dimostra una serie di misure applicative, a cui devono affiancarsi anche misure di salvaguardia, in caso di giustificata assenza prolungata dai posti di lavoro, mediante l’ausilio di ammortizzatori sociali.
2.3. MISURE CONTENITIVE DEL CORONAVIRUS E DANNI ECONOMICI
La domanda che spesso ci poniamo con maggior frequenza, a cui con la stessa frequenza cerchiamo di fornire una riposta altrettanto valida è la seguente: “Le misure adottate dal Governo, per il contenimento del Coronavirus, erano e sono necessarie a preservare il popolo italiano dalla diffusione del contagio?”
Ebbene, cerchiamo di fornire una risposta o valide ragioni a sostegno del quesito summenzionato.
La prima ragione, ma in senso marcatamete negativo, che viene subito in evidenza è la totale incapacità di coloro che ci rappresentano in Parlamento, di gestire con raziocinio e giudizio, situazioni che esulano dai soliti e ristagnanti dibattiti politici nostrani (riforma della non-prescrizione, riduzione del numero dei parlamentari, riforma sulle intercettazioni).
Le inutili misure di contenimento applicate dal Governo costituiscono l’immagine e somiglianza di una classe politica di filibustieri e arrivisti dediti alla gestione della delicatissima res publica, senza alcuna pianificazione delle conseguenza che le loro azioni possono determinare, al già delicato e lacerato tessuto connettivo economico italiano.
Scelte dettate da un puro spirito populista hanno decretato il nostro triste primato nel mondo, di paese con il più alto tasso di focolai di contagio, secondo soltanto alla Cina. Primato che ci sta affassando economicamente e che ci sta portando ad una profonda recessione, delle cui dimensioni ci renderemo conto solo a distanza di mesi.
Inutili sono gli sforzi per rilanciare il turismo (gravato da una pioggia di disdette) e, altrattanto svuotate di alcun fondamento logico sono le parole pronunciate dal Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in merito ai presunti “margini di bilancio” per intervenire in aiuto delle piccole e medie imprese enormemente danneggiate, dalle confusionarie misure di sicurezza adottate dal Governo attuale.
La domanda che forse dovremmo porci è la seguente: “Esiste un’efficace cura o un efficace vaccino contro le sgangherate politiche poste in essere dalla nostra classe politica?”
2.4. CORONAVIRUS: NON TUTTI I DANNI VENGONO PER NUOCERE
Studiando la storia si apprendeva che le situazioni di profonda trasformazione sociali ed economiche susseguitesi nei corso dei secoli fossero provocate dalle guerre e dalle crisi economiche.
Nell’era moderna (o nuovo millenio, come è più preferibile), a quanto pare, le guerre e le crisi economiche sono state sostituite dal riscaldamento globale e dalle pandemie.
Dinanzi ad una crisi su larga scala provocata dalla diffusione del contagio da Coronavirus, al netto della profonda recessione economica che ne deriverà in tutti i continenti del mondo, bisogna trarre alcuni aspetti fondamentali, di cui l’Italia, si spera ne farà tesoro per il futuro:
- in primo luogo, investire maggiori risorse per il lavoro da remoto (c.d. smart working), che in questi momenti di profonda emergenza ha aiutato le aziende italiane nel contenere i maggiori danni provocati dallo stop della produzione, indotto dal rischio di contenimento del coronavirus. Come appare evidente, tale misura adottata dalle aziende tencologicamente più avanzate ed, in linea con i tempi moderni, ha concretamente dimostrato che il lavoro remoto è una misura assolutamente valida e di immediata applicazione, anche al di fuori di scenari di emergenza e crisi mondiale. È necessario, pertanto, slegarsi dai classici e rigidi modelli di lavoro fisso, propendendo invece, per forme contrattuali più flessibili sia sotto il profilo spazio-temporale, che organizzativo;
- in secondo luogo, gestire in maniera più sistematica e prudente le risorse economiche da destinare per il rilancio economico nazionale, senza farsi abbagliare da spinte e correnti marcatamente populiste. Prima in classifica per record negativo di mala gestio delle risorse summenzionate rimane l’introduzione del c.d. REDDITO DI CITTADINANZA, che ha permesso bonus a manica larga per stimolare la cultura del non lavoro svuotando, in maniera dissenata le casse dello Stato, per interventi di sostegno enconomico per le imprese che hanno subito chiusure e cancellazioni provocate dalla crisi sanitaria nazionale;
2.5. CONCLUSIONI
Il Coronavirus (c.d. Covid-19) ha messo a nudo la totale incapacità e impreparazione dei sistemi produttivi, di fronteggiare situazioni di crisi mondiale sfruttando le innovazioni tecnologie, già da tempo ben oleate e funzionali in situazioni di emergenza.
La diffusione del contagio da Coronavirus ha, inoltre, portato all’attenzione di tutti un dato di fatto: la natura è imprevedebile e i rischi e le sfide che dovremo fronteggiare, nell’immediatezza, e i le nuove generazioni, nel futuro, costituiranno le basi per un radicale cambiamento dei sistemi e dei processi organizzativi aziedali di gestione del rischio (c.d. risk managment).
Com’era evidente, in queste situazioni di allarme su larga scala, l’errata informazione (merito anche della cattiva informazione mediatica e politica) e l’insensato allarmismo e l’abbandono prematuro di qualsiasi condotta guidata dal buon senso hanno determinato situazioni di inacettabile emarginazione e ghettizzazione nei confronti di alcune etnie e popoli che hanno avuto la “sfortuna” di fronteggiare, per primi, la diffusione di diversi focalai di contagio.
L’Italia, destinata da sempre a primeggiare al livello internazionale, sia nel bene che nel male, ha dovuto e sta fronteggiando una situazione di contenimento del virus con estrema reattività.
Un dovuto encomio e un’incondizionata gratitudine dev’essere riconosciuto alla sanità pubblica, per gli enormi sforzi e il costante impegno profuso, per contenere il Coronavirus, soprattutto a fronte dei deficitari mezzi e delle inadeguate strutture, nelle quali, i nostri medici sono costretti ad operare giornalmente.
Concludendo, il processo di digitalizzazione, di cui l’Italia detiene un triste posizionamento europeo (terz’ultimi in Europa per competenze tecnologiche), delle infrastrutture, delle attività produttive e delle aziende, deve rappresentare l’obiettivo principale a cui protendere per un’evoluzione organizzativa della forza-lavoro, prescindendo da scenari di emergenza climatica o di crisi sanitaria.
È necessario cambiare radicalmente mentalità abbracciando il progresso tecnologico (es. smart working) e, chi tarderà a fare il grande passo sarà destinato a rimanere fermo al punto di partenza.